Training notturno in Lessinia

Dopo un momento conviviale insieme, raggiungiamo poco dopo le 21:30 la zona prescelta: una strada sterrata in Lessinia, su un’area aperta, senza alberi, che guarda a sud verso la pianura illuminata. E’ appena piovuto, il cielo è parzialmente coperto, la temperatura attorno ai 17 gradi. Nuvole basse si alternano a squarci di stelle. In lontananza, frequenti lampi rossi fra la caligine. I campanacci delle vacche regalano una sensazione di placida attesa. Il timore atavico del lupo è ricacciato in fondo, dentro ciascuno di noi. Sappiamo che teme l’uomo e starà ben lontano dal nostro gruppo.
Il nostro istruttore ci dà alcune indicazioni in merito al lavoro che svolgeremo.
La ricerca notturna si fa solo in casi di estrema e particolare gravità (per esempio  per bambini dispersi). Si svolge per sicurezza su percorsi rettilinei e ben individuabili, perché di notte non si riesce a seguire bene una mappa e non è opportuno muoversi su terreni impervi. In caso di esito negativo delle ricerche, il giorno dopo nessuna zona è considerata bonificata, ma si ripete la ricerca ovunque.
Gli odori notturni sono fortissimi, la terra trasuda l’umidità del giorno, l’odore di selvatico può prevalere e distrarre il cane. Il conduttore deve badare alla sicurezza prima di tutto. Non si corre, non ci si mette stupidamente in pericolo.
Inoltre, l’occhio umano e quello del cane si abituano progressivamente alla situazione di buio. Attenzione dunque con le torce elettriche: non è opportuno accecare gli altri con la lampada frontale, né è necessario possedere lampade di grande potenza.
L’ideale sarebbe lavorare solo con luci rosse. Non forniscono una grande nitidezza, ma una buona profondità. Le luci bianche dirette in basso possono indicare il percorso. Attenzione, però, alla luce sparata in faccia al cane!
Teniamo presente che, una volta abituato l’occhio alla situazione, il cane al buio – come il lupo – vede molto meglio di noi, colmando con l’olfatto ogni deficit: fra la retina e il nervo ottico ha infatti una superficie riflettente chiamata tapetum lucidum, che agisce come uno specchio che riflette la luce  in ingresso dalle pupille. Per questo, come accade per molti altri mammiferi, quando gli puntiamo una luce si vedono gli occhi brillare al buio.
Sulla pettorina del cane deve essere agganciata una luce rossa fissa, perché possa essere ben visibile mentre si sposta.
Tutti i cani rispondono bene alla situazione di buio. Cerchiamo di accendere le torce e i fari delle auto il meno possibile. I cani che devono segnalare in abbaio, lo fanno adeguatamente. Anche le UC nuove fanno un’esperienza positiva. Terminiamo verso mezzanotte e pernottiamo in Lessinia, per proseguire la formazione al mattino, in un’altra zona non troppo soleggiata.
Un bel weekend formativo, in cui abbiamo aumentato competenze, esperienza, spirito di squadra.
Peccato che col buio pesto non si riescano a immortalare certi momenti: le lucine rosse dei cani che schizzano qua e là, la coperta di cielo stellato… ma poi le immagini non renderebbero gli odori della terra, l’umidità, il volo nero e silenzioso dei rapaci notturni, il brulichìo degli insetti nell’erba bagnata, la strana sensazione di avanzare nel buio, l’invio del cane nella caligine, il suo ritorno dal nulla, l’abbaio nella notte…

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